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Denti da latte

A Davide dondola il primo dentino. E io mi sento smarrita.

Cos’è ‘sta smania di crescere?

Com’è successo? Dov’ero io nel frattempo? Troppo distratta a guardare lo schermo di uno smartphone o in ufficio?

Eppure non era molto tempo fa che i denti li stava mettendo.

Due granelli di riso, i primi due incisivi inferiori, uno dei quali adesso dondola.

Le gocce di camilia, la collanina d’ambra, la radice di viola, io madre olistica inconsapevole.

Le bave, i giochini freddi di frigo, le febbri, che pena questi dentini che non riescono ad uscire.

Tanta fatica per metterli ‘sti cacchio di denti e li stiamo già perdendo?

Coi figli è così.

Ti volti un attimo e te li ritrovi che arrivano da soli alla scatola di biscotti al ripiano più alto.

Quand’è che crescono? In silenzio, sottovoce, inesorabilmente.

Quatti aggiungono centimetri alla testa e all’elastico dei pantaloni, che ogni tanto bisogna allargare di un’asola.

E loro però lo percepiscono il cambiamento, eccome.

Davide non vuole crescere, non vuole invecchiare per non morire.

Questo ragionamento così lineare eppure complesso per una mente che ha soli quattro anni di vita ancora mi sconvolge.

Denti decidui, come noi, che cadiamo, inciampiamo nei nostri errori e nei sensi di colpa.

“Con chi rimarrò io quando tu e papà sarete vecchi e poi morti?”

E io? Con chi rimango mentre i tuoi denti cadono e le tue ossa si allungano? Chi mi terrà la mano, assicurandomi che andrà tutto bene?

Eppure mai come in questo momento mi sento una fionda per te figlio mio; ti accolgo di nuovo nel mio ventre, ti accoccoli e ti fai spazio da fuori, con la prepotenza di queste ginocchia ossute e questa testa lanuginosa, e ti prepari ad essere lanciato nel mondo.

Mia è la mano che prepara lo slancio, ti avvicino sempre di più a me per darti la massima rincorsa possibile con cui affrontare la vita.

Attendendo il rinculo, che ti riporterà da me al momento giusto.

Intanto elaboro il mio lutto, un altro passo lontano da me.

Il mio piccolo dramma personale: dove si conservano i denti che cadono?

Mi immagino un reliquiario, coi denti ingialliti del mio bimbo che fu.

Finirò per avere i miei feticci, come mia nonna, che conservava ancora la treccia integra di mia madre bambina.

Una manciata di riccoli neri, qualche dente e i disegni di un mostro pauroso che ti ho aiutato a sconfiggere.

I miei di mostri li nascondo bene.

Hanno denti affilati, rubati da un cassetto, e capelli neri e arruffati.

Mi terranno compagnia, in attesa del rinculo.

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